Notizie Radicali
  il giornale telematico di Radicali Italiani
  mercoledì 27 febbraio 2008
 Direttore: Gualtiero Vecellio
Caos creativo

di Matteo Ariano

Da quando il Partito Democratico ha deciso di raggiungere un accordo con i Radicali Italiani, grazie al quale nel prossimo Parlamento siederanno 9 eletti radicali, vi è gran fermento in parte del centro-sinistra.

 

Si potrà discutere, anche all’interno dell’area radicale, se sia stata meglio una simile scelta – che difatti Marco Pannella ha considerato un vero e proprio diktat – o se fosse stato preferibile avere una lista radicale separata ed alleata del PD, ma in ogni caso gli effetti che l’accordo sta producendo sono, a mio parere, molto positivi.

 

Innanzitutto, giornali e TV hanno parlato, in questi giorni, di una “polemica tra radicali e cattolici”. Anche quest’occasione non ha mancato di far emergere uno dei grandi problemi di questo Paese, oggetto di denunce decennali da parte del mondo radicale: la cattiva informazione presente in Italia. Se polemica c’è stata, infatti, non è stata tra radicali e cattolici, bensì di una parte del mondo cattolico nei confronti dei radicali.

 

Le grida di dolore che quotidianamente la senatrice Binetti lancia da tutti i media che gliene offrono possibilità (e di certo non mancano…), vanno interpretate come espressione di paura che l’ingresso dei Radicali nel PD metta in crisi l’equilibrio presente all’interno di quest’ultimo Partito, un equilibrio che sinora lo ha condannato all’immobilismo pressoché totale su tutte le questioni che, con linguaggio burocratico-politichese, vengono definite “eticamente sensibili”.

La senatrice Binetti, ed il mondo che rappresenta, sa benissimo che anche la presenza di un solo radicale può determinare la rivitalizzazione, all’interno del PD, di quell’area laica, tuttora presente al suo interno, ma silenziata dalla scelta politica del suo vertice di genuflettersi ai desiderata vaticani (magari ancor prima che essi vengano espressi).

 

In realtà, è proprio la stessa Binetti, con le sue parole, a far capire quale possa essere la conseguenza della presenza radicale all’interno del PD, equiparando ogni singolo radicale ad una cellula tumorale, capace di riprodursi ed invadere l’organismo ospitante. La metafora usata, in realtà,  non è neppure originale, visto che da anni è applicata da Marco Pannella a proposito di Israele, ritenuto appunto uno Stato portatore di quello che agli Stati teocratici o autoritari mediorientali appare come un virus: la democrazia laica e liberale. Questo stesso morbo rischia ora di invadere il corpo del Partito Democratico direttamente dal suo interno, e non c’è che da augurarsi che questo avvenga.

 

Allo stesso modo, l’ingresso dei radicali nel PD può dare nuova linfa a quell’area  del  PD, riformatrice in campo economico, che nell’ultima legislatura è stata schiacciata dalla presenza di componenti del centro-sinistra che, dall’Udeur alla sinistra comunista, avevano il loro minimo comun denominatore nello statalismo e nell’assistenzialismo. Mi ha molto colpito che, nella puntata di “Ballarò” in cui era stata coartatamente invitata Emma Bonino, quest’ultima ha potuto rivendicare a buon ragione la solitaria primazia dei radicali rispetto a tutti i temi di libertà economica che il Presidente dell’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza ha posto nel corso della trasmissione.

 

Non è un caso, poi, che il segretario di Rifondazione Comunista, Giordano, col linguaggio burocratico-ideologico che gli è proprio, abbia lamentato che l’alleanza coi radicali spinge il PD verso scelte di “politica economica di stampo neo-liberale”.

 

Non credo, quindi, che l’accordo preso possa snaturare i radicali, semmai credo possa avvenire il contrario: potrebbero essere proprio i radicali, con la caparbietà e l’idealismo pratico di cui sono portatori, insieme a quelle personalità a loro più affini – da Umberto Veronesi a Piero Ichino, giusto per fare solo due nomi di candidati “scomodi” –, a contaminare il Partito Democratico.

In sostanza, il caos che l’intesa tra Partito Democratico e Radicali Italiani ha determinato, mettendo in crisi i fragili equilibri interni costituitisi, può portare a creare le basi di un nuovo Partito Democratico, quello per cui il Partito Radicale si batte praticamente dall’atto della sua costituzione, trasformando il PD da espressione della burocrazia partitica e delle corporazioni esistenti in un partito laico, liberale, liberista, libertario, socialista, federalista, nonviolento, in sostanza un partito di sinistra liberale.


NOTE


Tesoriere associazione “VenetoRadicale”